36 – Bombe climatiche

-Carbon Bombs: i progetti delle aziende fossili che ci porteranno dritti dritti verso l’inferno climatico se non li fermiamo.
https://www.theguardian.com/environment/ng-interactive/2022/may/11/fossil-fuel-carbon-bombs-climate-breakdown-oil-gas
-La notizia Che clima fa è sull’estate. Da stagione delle vacanze sta diventando la stagione pericolosa.
https://grist.org/extreme-weather/summer-has-transformed-into-danger-season-scientists-warn/
https://www.nytimes.com/2017/07/20/well/move/the-risk-of-exertional-heatstroke-to-young-athletes.html
-In Italia un magazine di food se la prende con la carne, wow!
https://www.dissapore.com/alimentazione/altro-che-siccita-il-problema-dellacqua-deriva-dalle-bistecche/
https://www.bioecogeo.com/no-non-servono-15mila-litri-acqua-un-chilo-carne/?fbclid=IwAR1ap-57q6T7XXdQ6shgZr3cxVqM6iLQj4KJoYakXLafRwV8Pmxh2wUKR6U
https://www.facebook.com/sergiosaia/posts/pfbid029VqRf4EmB5oPJGyC2mdNzTpSqFjdwkiCgbD9NWncdFYVWkgY8Cx8e7Amx6dAPvewl
-Chiudiamo con il tech e le aziende agricole… verticali!
https://www.bbc.com/news/uk-england-beds-bucks-herts-61954771

COVER – Climate bombs – TheGuardian
Nella lista delle cose che possiamo fare per il clima c’è sostenere il giornalismo ambientale d’inchiesta.
The Guardian è la testata che al mondo prima delle altre e con più convinzione lotta per allontanare la crisi climatica.
L’inchiesta di cui parlerò oggi è uscita da un mese ormai, l’ha tradotta Internazionale se volete leggerla in Italiano e si chiama the ‘carbon bombs’ set to trigger catastrophic climate breakdown
Intanto ve la inquadro, allora facciamo un passetto indietro, andiamo alla COP26, ne ho parlato nelle prime puntate di questo podcast. Alla fine i grandi del mondo, comprese le aziende, avevano preso una serie di “impegni” per essere più bravi e diminuire progressivamente i fossili.
The Guardian ha fatto una grande inchiesta sulle oil company, in breve stanno investendo in questi immensi progetti di estrazione come se non ci fosse un domani, o meglio facendo in modo che un domani non ci sarà.
Petrolio e gas sono investimenti caratterizzati da grande volatilità (cioè i prezzi vanno su e giù) ma anche molto molto profittevoli. BP’s boss to describe the company as a “cash machine”.
Ovviamente le multinazionali non spiegano chiaramente i loro progetti, anche se, questo lo dico fuori dell’articolo. Ho imparato che il modo migliore per seguire cosa fanno non sono le loro comunicazioni o siti web, ma i CS diretti al settore finanziario. Perché agli investitori sì che si vuole spiegare come intendono fare soldi.

Loro le chiamano Carbon Bombs, sono quei progetti di petrolio o gas il cui effetto sia di rilasciare in atmosfera almeno 1 miliardo di t di CO2. 1 Giga tonnellata
Ah, sì. Wooow, un botto… e quindi?

E quindi la domanda che dovete farvi è: quanta CO2 possiamo rilasciare in atmosfera prima del punto di non ritorno? Ovvero dell’apocalisse climatica?
Fuori di articolo questo si chiama Carbon Budget. Semplicissimo: l’atmosfera è un contenitore che si riempie di gas, a partire da adesso, diciamo dal 2022, quando gli avremo emesso 120 miliardi di tonnellate di CO2. Con questa cifra abbiamo il 50% di possibilità. Cmq è il limite per non superare il famosissimo 1.5°C.
Sapete quanti mega oil and gas megaprogetti The Guardian ha censito fra le multinazionali? 195.
Recap per chi era distratta o distratto:
Se i governi non regolano queste aziende (che spesso sono governative) noi rilasceremo più di 195 miliardi di CO2 senza considerare gli altri settori inquinanti. Sfondando di sicuro e rapidamente il 1.5° e quindi ben di più perché intanto le foreste bruciano, le mucche scorreggiano, etc etc etc…

Adesso pensiamo a Russia e Medio Oriente che sono i cattivi di professione. E lo sono. Ma chi è che sta per investire le cifre più alte? E chi che usa più soldi pubblici per finanziarli? US.

I cattivi, i maggiori emettitori di fossile, i colpevoli. Perché attenzione: la favoletta che il genere umano merita l’estinzione per una colpa condivisa lo è fino a un certo punto. Qui, le nazioni più responsabili se questi progetti andranno tutti in porto e noi speriamo di no. nell’ordine sono: USA, Arabia Saudita, Russia, Qatar, Iraq, Canada, Cina, Brasile

Un altro aspetto che l’articolo fa notare è che durante la COP26 tanto si è parlato di carbone. Ma nessuno ha nominato petrolio e gas che fanno almeno il 60% delle fossili.

Ora dai paesi vediamo quali sono queste aziende. Vi leggo le prime 10 fra cui non c’è Eni. Diciamo che in un film di fantascienza alla star trek questi sarebbero i cattivi che si apprestano a fare fuori un pianeta.
Dalla più grande a scalare: Qatar Energy, Gazprom, SaudiAramco, Exxonmobil, Petrobras, Turkmengaz, TotalEnergies, Chevron, Shell e BP.

C’è una frase del Prof Kevin Anderson, del Tyndall Centre of Climate Research, University of Manchester and Uppsala University, in Svezia.
Lui dice che il livello pazzesco di estrazioni pianificate è tale che sta gente qua, lui dice: o non crede alla scienza del clima, oppure pensano di accumulare tanta ricchezza da poter proteggere se stessi e i loro figli in futuro.

CLIMA – Luglio ti temo e non ti voglio
L’estate è il periodo di vacanze, giochi, posti meravigliosi. Di bel tempo.
Ma come facciamo ancora a dire frasi come: speriamo che non piova, che faccia bel tempo quando l’Italia si sta desertificando?
E allora, in questa epoca matta, c’è pensa di rinominare l’estate: la Stagione Pericolosa. I rischi sono colpi di calore, siccità, blackout, incendi, infiltrazioni di acqua salata su campi agricoli e falde acquifere, grandinate violente.
Kristy Dahl, a climate scientist at the Union of Concerned Scientists, ci spiega che le ondate di calore negli Stati Uniti fanno più morti degli eventi meteo estremi. Difficile da stimare ma parliamo di migliaia di decessi contro centinaia, una bella differenza.
Nella puntata precedente spiegavo che i primi a rischio sono gli anziani e i poveri, ovvero con una casa fatta male e senza AC.
Ora vi insegno un altro acronomi della lingua inglese che è EHS, ovvero Exertional heat illness, ovvero Malattia da Calore che è una forma grave di colpo di calore
E la sapete una cosa pazzesca? Nel 2015 una rivista medica ha detto che l’EHS è la terza causa di morte improvvisa fra gli atleti delle scuole superiori.

Come abbiamo visto i rischi sono più di uno, in diversi settori e l’estate si fa sempre più lunga. Quello che dobbiamo fare è informare, come io cerco di fare, persone, scuole, aziende e amministrazioni di questi rischi perché preparino piani di prevenzione e riduzione del rischio.
E queste sono cose che andrebbero fatte a livello governativo o europeo

ITALIA – Dissapore fa un articolo contro la carne
Dissapore.com pubblica questo articolo: “Altro che siccità, il problema dell’acqua deriva dalle bistecche”
In cui fa un disamina dell’acqua dolce: quanta ne abbiamo sul pianeta, dove va a finire, come noi umani la usiamo e/o sprechiamo. Termina con la storia dei 15k litri d’acqua usati per fare 1 solo kg di carne. Se non la sapete ascoltate la puntata precedente.
Ma la meta-notizia, per me che faccio comunicazione ambientale, è che questo sito Dissapore, che parla di cibo gourmet, e la migliore pizza napoletana a Milano, fusion e sapori, fa un articolo su questo argomento con questa posizione. Ha attirato la mia attenzione e penso sia un fatto positivo.

Infatti la prossima tendenza del settore food show vi do un’idea, così, a gratis: è mangiare bene in modo sostenibile.

Ma ne approfitto per fare una precisazione.
Perché la storia dei 15.500 litri per avere 1 kg di carne bovina è stata messa in discussione
Il dato tanto citato di recente viene dal Water Footprint Network che ha considerato l’insieme dei diversi tipi di acque dolci:
-green water, ovvero la pioggia
– blue water, ovvero l’acqua dolce di superficie e di falda
– gray water, l’acqua di fogna
Viene fuori che è quasi tutta acqua verde. Ma se la pioggia non è che viene consumata, dicono questi, ad es. Il giornalista Andrea Bertaglio, la pioggia cade lo stesso ed entra in ogni caso nel suo ciclo naturale. Dire che viene sprecata è sbagliato.

Allora Bertaglio ha rifatto il calcolo: in Italia per produrre 1Kg di carne bovina e nelle migliori condizioni agronomiche di coltivazione di foraggi e mangimi, sono consumati effettivamente 790 litri. Tuttavia, anche quando il coltivatore dei foraggi non si distingue per efficienza, il consumo si attesta poco al di sopra di 5.000 litri

Infine c’è chi fa notare un altro aspetto: uno dei problemi maggiori è che il consumo di carne crescente in occidente non solo alza la domanda, e porta paesi come il Brasile a deforestare l’amazzonia per fare spazio agli allevamenti e coltivazioni. Lì dove pioveva sulla foresta amazzonica che è talmente potente da generare un suo clima ora piove sugli allevamenti. Quindi quell’acqua piovana fa un altro giro con altre conseguenze. E anche se dovremmo ricalcolare il consumo di acqua cmq andiamo su valori più alti di altre forme di proteine.
Io temo che abbiamo dedicato fin troppo tempo a questa discussione fra persone che sono d’accordo sul fatto che debba ridurre il consumo di carne, sotto i 200gr alla settimana

TECH/CURIOSITA’ – Non ci saranno più i contadini di una volta
La più grande vertical farm è a Bedford, UK.
10mila metri quadrati che produrranno milioni di piante senza terra, con le idroponiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *